"Passando per la valle del pianto la cambia in una sorgente;
anche la prima pioggia l'ammanta di benedizioni."
Sal 84,7

lunedì 8 agosto 2011

Madrid non sarà un'esperienza come le altre

A Oropa il cardinale Bertone presenta il significato
della Giornata mondiale della gioventù

Madrid non sarà un'esperienza come le altre



"Madrid non sarà un'esperienza come le altre. La Giornata mondiale della gioventù non è mai una semplice esperienza di massa, come i grandi raduni sportivi o musicali che vediamo spesso in televisione. Vi è qualcosa di profondamente diverso e bello". È un vero e proprio manuale spirituale, con tanto di istruzioni per l'uso, quello che il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, ha consegnato sabato 6 agosto ai tantissimi giovani della diocesi di Ivrea che hanno partecipato al pellegrinaggio notturno al santuario piemontese della Madonna di Oropa, e culminato proprio con il mandato per la Giornata di Madrid che si svolgerà dal 16 al 21 agosto. Una riflessione che da Oropa viene idealmente affidata a ogni giovane che sta per raggiungere la capitale spagnola.
È proprio ai giovani, con le loro famiglie e gli educatori, che il cardinale Bertone si è rivolto direttamente nell'omelia, suggerendo le coordinate per non perdere un'occasione così forte di maturazione e crescita. "Vi state preparando da tempo a vivere un'esperienza speciale: la Giornata mondiale della gioventù di Madrid. Alcuni di voi già hanno partecipato ad altre Gmg, come l'ultima a Sydney in Australia. Per molti altri, invece, quella di Madrid sarà la prima occasione di incontrarsi con una moltitudine di ragazzi e giovani di tutti i continenti, le lingue, le culture". Infatti, "non sarà un ritrovarsi da soli, tanti individui gli uni accanto agli altri, come spettatori di un grande evento. Saremo invece tutti insieme uniti al Papa, guida e segno visibile della comunione nella Chiesa. E Papa Benedetto non ci rivolgerà un semplice discorso come tanti altri, con uno sfondo sociale o politico. Il Papa vi parlerà, ci parlerà di Gesù e ci donerà la sua presenza, attraverso il Sacramento dell'Eucaristia. Ci indicherà la persona vivente di Gesù, ci chiamerà a stare con Lui, ad essere suoi amici e ci mostrerà la strada buona da seguire sul nostro cammino di vita per contribuire a trasformare il mondo".
Il cardinale ha quindi collocato la sua riflessione nel "contesto dell'odierno pellegrinaggio ad Oropa, nel giorno particolare in cui la liturgia ci invita a contemplare il mistero della trasfigurazione del Signore. È come se Dio stesso ci invitasse e guardare al di là del tempo presente e della storia, permettendoci, anche se per un breve istante, di vedere qualcosa della sua divinità nell'umanità di Gesù. Anche questa è un'esperienza unica e affascinante, al punto che lo stesso Pietro esclama stupito: è bello per noi Signore essere qui! Se vuoi farò qui tre capanne! L'evento della trasfigurazione, che i discepoli vivono accanto a Gesù, diviene un punto di nuovo inizio nel loro rapporto con il Signore.
Non possono ancora comprendere fino in fondo che la gloria di Gesù sarà intimamente unita alla sua passione di croce, ma possono intuire che la divinità del Padre si è fatta vicina a ciascuno di loro e che il Dio inaccessibile ed invisibile ora ha un volto ed una voce, quelli del Signore Gesù. La loro salita al monte della trasfigurazione, seguendo il Signore, ora diventa il cammino di ogni cristiano, di ciascuno di noi". L'evento che racconta l'evangelista Matteo suggerisce alcuni spunti importanti anche per la Gmg di Madrid. Il mandato "è, infatti, un invito a mettervi in cammino, insieme a tutta la Chiesa, sulle orme di Gesù. Anche voi siete chiamati a salire sul monte alto della fede, dal quale si può guardare al mondo ed alla vita quotidiana con uno sguardo diverso e nuovo, riconoscendo nelle vicende di ogni giorno, a scuola, in famiglia, sul lavoro la presenza di Dio e del Vangelo".
"A Madrid - ha consigliato il cardinale ai giovani - avrete il tempo per fermarvi e per riflettere sulle grandi scelte della vita. So bene che nel cuore portate il sogno di un'esistenza pienamente vissuta, pienamente realizzata. So bene anche che la società di oggi è profondamente complessa, diversificata e, in alcuni casi, anche ostile alla fede. Per questo il mandato verso Madrid costituisce anche la proposta di un impegno forte e coerente al servizio del Vangelo. Siamo dunque invitati a fare nostre le parole chiave del Messaggio che il Papa ci ha indirizzato in preparazione alla Giornata della gioventù: "Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede" (Colossesi 2, 7)".
Un itinerario spirituale che non si percorre mai da soli e che ha un forte accento vocazionale. "Voi siete e sarete - ha spiegato - in cammino con tutta la Chiesa. Questa è l'altra grande esperienza di fondo che voi vivrete: essere parte di una Chiesa giovane, dinamica e gioiosa. Una comunità di cuori giovani che sanno dare tutto il meglio delle loro energie per un grande progetto di vita. Non abbiate paura di rispondere alla chiamata del Signore! Per alcuni di voi la Giornata di Madrid sarà forse l'occasione per scoprire la chiamata di Dio. Quante vocazioni al sacerdozio ed alla vita consacrata sono nate e cresciute durante le Gmg. Il Signore che vi conosce personalmente e vi ama, saprà anche indicarvi ciò che si attende da voi, dalla vostra amicizia, dalla vostra fede".Il cardinale non ha fatto mancare neppure i consigli per vivere il dopo Madrid. "Quando la grande assemblea si sarà sciolta e voi tornerete alle vostre case, rimarrà la sola cosa che conta, la presenza di Gesù nella vostra vita. Vi sarete nutriti della sua Parola e dell'Eucaristia. Egli abiterà il vostro cuore come l'amico fedele che non delude. E proprio questo sarà il dono più bello che porterete con voi. Sarete chiamati e scendere da quell'alto monte, a ritornare alla vita di ogni giorno, ma con uno spirito diverso, rinnovato nella fede, con la gioia nel cuore ed il desiderio di crescere nel bene".Un progetto che ha un compagno di viaggio d'eccezione nella persona del Papa. Ai giovani il cardinale Bertone ha portato "l'affetto, il saluto e l'incoraggiamento di Benedetto XVI che attende di incontravi tutti in Spagna. Il Papa vi invita a fare della Parola di Dio il punto di riferimento di questo vostro pellegrinaggio". E, come pensiero spirituale per il pellegrinaggio, ha riproposto loro le parole del Pontefice nell'Epifania di quest'anno, per dare il giusto orientamento verso Madrid, infondendo il senso autentico della speranza e della gioia: "È la Parola di Dio la vera stella, che, nell'incertezza dei discorsi umani, ci offre l'immenso splendore della verità divina.Lasciamoci guidare dalla stella, che è la Parola di Dio, seguiamola nella nostra vita, camminando con la Chiesa, dove la Parola ha piantato la sua tenda. La nostra strada sarà sempre illuminata da una luce che nessun altro segno può darci. E potremo anche noi diventare stelle per gli altri, riflesso di quella luce che Cristo ha fatto risplendere su di noi"."Vi ringrazio - ha concluso - dell'invito a farmi pellegrino insieme con voi ai piedi della Vergine di Oropa, alla quale si rivolgono da secoli le genti della nostra terra, presentando fiduciose alla Madre del Signore, le attese, le gioie e le fatiche delle famiglie, della comunità cristiana e della società intera".Con il segretario di Stato hanno concelebrato, tra gli altri, monsignor Arrigo Miglio, vescovo di Ivrea, che ha guidato anche il pellegrinaggio notturno con i ragazzi della diocesi dalla parrocchia di Andrate fino al santuario di Oropa, monsignor Gabriele Mana, vescovo di Biella, monsignor Alceste Catella, vescovo di Casale Monferrato e monsignor Luigi Bettazzi, vescovo emerito di Ivrea.


(©L'Osservatore Romano 7 agosto 2011)

lunedì 27 giugno 2011

Il significato del trigramma (JHS)

San Bernardino da Siena con la ben nota "tavoletta" sul quale vi era la scritta IHS

E' un acrostico latino, significa Jesus Hominum Salvator
Il trigramma di Bernardino da SienaIHS o Nome di Gesù. È formato da tre lettere del nome greco di Gesù (ΙΗΣΟΥΣ) . Ne esiste anche la variante IHC, sorta per la somiglianza fra la lettera latina “C” e la diffusa forma lunata della lettera greca sigma. Il trigramma era inizialmente una abbreviazione greca, poi venne interpretato come un acrostico latino e spesso arricchito di altri particolari grafici (la croce e il sole) e utilizzato come monogramma. Esso è caratteristico dei cristiani occidentali.

Simbolismo solare associato a Cristo

Costantino il Grande, che adottò e diffuse il Chi Rho, lo rappresentò entro un cerchio, forse una corona d'alloro in segno di vittoria; questo cerchio, però, poteva essere interpretato come un simbolo solare. Secondo alcuni, inoltre, la lettera "chi" è spesso disegnata orizzontale in modo che l'angolo fra le due aste che la compongono alluda all'angolo fra il piano dell'eclittica e il piano dell'equatore celeste.
Anche Bernardino da Siena, che diffuse e promosse il culto del Nome di Gesù, arricchì un simbolo preesistente inscrivendolo all'interno di un disco solare con dodici raggi serpeggianti.
Per questi motivi alcune chiese protestanti, in particolare i restaurazionisti rifiutano questi cristogrammi, ritenendoli eredi di simbologie solari pagane.
Secondo i cattolici e altre confessioni cristiane, invece, il simbolismo solare per indicare Cristo è ben radicato nella Bibbia. I libri profetici della Bibbia giudaica si concludevano proprio con l'aspettativa di un sole di giustizia:
« la mia giustizia sorgerà come un sole e i suoi raggi porteranno la guarigione...il giorno in cui io manifesterò la mia potenza, voi schiaccerete i malvagi... »
(Libro di Malachia, 3, 20-21)
Trigramma di san Bernardino in un affresco della chiesa di Santa Maria degli Angeli (Lugano)
trigramma bernardiniano IHS
Questa immagine della giustizia di Dio come un astro splendente risale al Libro di Isaia (Is., 30, 26 e 62, 1) ed è ripreso anche nel Libro della Sapienza (Sap., 5, 6). L'annuncio dell'arrivo di un sole di giustizia proprio nelle ultime frasi del libro che concludeva la Bibbia ebraica è stata interpretata dai cristiani, ma ovviamente non dagli ebrei, come un annuncio profetico della nascità di Gesù. Anche il nome Malachia favoriva questa interpretazione; esso infatti non è il nome dell'autore del libro, ma significa angelo, cioè messaggero. L'identificazione di Gesù con il sole preannunciato dal profeta è implicita già nel primo capitolo del Vangelo di Luca (vv. 78-79), in cui San Zaccaria, quando preannuncia che Giovanni Battista andrà "dinanzi al Signore a preparargli la via", profetizza che la misericordia di Dio "ci verrà incontro dall'alto un sole che sorge" ed infatti nel capitolo successivo Gesù è presentato come "luce per illuminare le nazioni" (cfr. Lc., 2, 32). Anche nel Vangelo di Giovanni il Verbo-Gesù è presentato come "la luce che brilla nelle tenebre" e "la luce vera, quella che illumina ogni uomo" (cfr. Gv. 1,5 e Gv 1,9)
La metafora solare, quindi, consiste nel fatto che come il sole illumina la terra, così Cristo illumina le coscienze di tutte le genti. La luce, inoltre, compare in tutti i racconti biblici di teofania e, in particolare, nel Nuovo Testamento compare nel racconto della Trasfigurazione, durante la quale il volto di Cristo splendeva come il sole (Mt 17, 2) e in Apocalisse 1, 1. Questa metafora è stata istituzionalizzata dalla chiesa cristiana nelSimbolo di Nicea (comunemente chiamato Credo), un riassunto della teologia cristiana che tutti i fedeli recitano durante la Messa a partire dall'anno 325. In esso Cristo è chiamato luce da luce, Dio vero da Dio vero.
Una seconda metafora solare trae origine dalla Resurrezione di Cristo, analoga al fatto che il sole risorge ogni mattina dalla morte notturna. In accordo con questa analogia i primi cristiani pregavano in direzione del sole nascente. Nei primissimi anni della fede cristiana, quando la predicazione si indirizzava verso le sinagoghe della diaspora ebraica, è probabile che i cristiani pregassero in direzione del tempio di Gerusalemme, come gli ebrei. Quest'uso, però, era incomprensibile ai fedeli d'origine greco-romana e a maggior ragione dopo la distruzione del tempio (nell'anno 70). I cristiani, perciò, posero sulla parete orientale dei propri luoghi cristiani una croce e pregarono in quella direzione. Per molti secoli le chiese furono costruite con l'abside (su cui era rappresentata la croce e successivamente il Cristo pantocratore) orientata a est. La preghiera verso la croce nella direzione del sol levante alludeva simultaneamente alla Resurrezione e al definitivo ritorno del Cristo con la Parusia.
Dato che i cristiani pregavano rivolti a oriente e festeggiavano la domenica, il dies solis per i pagani, si diffuse l'opinione che i cristiani adorassero il sole. Ne parla Tertulliano circa un secolo e mezzo prima di Costantino e afferma che si trattava di un'accusa benevola e verosimile in confronto alle tremende calunnie a cui erano spesso sottoposti i cristiani.
www.wikipedia.it
e archivio storico cappuccini

Assisi, Eremo delle Carceri

sabato 25 giugno 2011

La conversione di Alfonso Ratisbonne

L'apparizione della Madonna del Miracolo nella Chiesa di Sant'Andrea delle Fratte a Roma 

(20 gennaio 1842)



La Madonna del Miracolo



Giovedì 20 gennaio 1842 verso le 12.45, il giovane Alfonso Ratisbonne accompagna, per pura cortesia, l’amico Teodoro de Bussière nella Chiesa di S. Andrea delle Fratte in Roma. Mentre l’amico è in colloquio con il Parroco, Alfonso visita curioso, con sguardo freddo ed indifferente la Chiesa, dove si stanno facendo i preparativi per il funerale del conte di Laferronnays. Passati non più di 10 minuti, rientrato in Chiesa, l’amico Teodoro trova Alfonso inginocchiato davanti alla cappella di S. Michele, profondamente assorto, quasi in estasi. «Ho dovuto toccarlo tre o quattro volte – scrive due giorni dopo al fratello di Alfonso – e poi finalmente volse verso di me la faccia bagnata di lacrime, con le mani giunte e con un’espressione impossibile a rendersi... Poi estrasse dal petto la Medaglia Miracolosa, la coprì di baci e di lacrime e proferì queste parole: “Ah! Come sono felice, quanto è buono Dio, che pienezza di grazia e di felicità!”».
Passata la commozione del momento, Alfonso viene accompagnato prima in albergo e poi nella Chiesa del Gesù, dal Padre Filippo Villefort che gli ordina di raccontare quanto ha visto e sperimentato. Alfonso, stringendo in mano la Medaglia Miracolosa, con commozione la bacia ed esclama: “L’ho vista, l’ho vista, l’ho vista!”. A stento poi, dominando la forte emozione, continua il suo racconto: «Stavo da poco in Chiesa, quando all’improvviso l’intero edificio è scomparso dai miei occhi, e non ho visto che una sola cappella sfolgorante di luce. In quello splendore è apparsa, in piedi, sull’altare, grande, fulgida, piena di maestà e di dolcezza, la Vergine Maria, così come è nella Medaglia Miracolosa. Una forza irresistibile mi ha spinto verso di Lei. La Vergine mi ha fatto segno con la mano di inginocchiarmi e sembrava volesse dirmi: “Così va bene!”. Lei non ha parlato, ma io ho compreso tutto!».
Nella deposizione del Processo canonico del 18/19 Febbraio 1842, Alfonso completerà: «Alla presenza della SS. Vergine, quantunque non mi dicesse una parola, compresi l’orrore dello stato in cui mi trovavo, la deformità del peccato, la bellezza della Religione Cattolica: in una parola capii tutto!».
Il 31 gennaio, nella Chiesa del Gesù, Alfonso Ratisbonne fa la sua abiura pubblica tra le mani del Cardinale Patrizi e riceve il Battesimo, prendendo anche il nome Maria. Diventerà Gesuita, Sacerdote e lavorerà con il fratello P. Teodoro, anche lui convertito, fondatore della Congregazione di Nostra Signora di Sion in Gerusalemme.
Alfonso Ratisbonne, penultimo di dieci figli, appartiene ad una famiglia ebrea di banchieri molto facoltosa, ma il cui senso religioso della tradizione ebraica e la fede nell’unico Dio si erano assai affievoliti, cedendo il posto all’interesse per il denaro. Orfano della mamma a quattro anni e del papà a quattordici, Alfonso è seguito dallo zio Luigi, ricchissimo banchiere senza figli, che provvede ai suoi studi. Frequenta il Collegio reale di Strasburgo, poi un Istituto protestante; consegue il Baccellierato in Lettere e quindi, a Parigi, la Laurea in Diritto.
Nella lettera autobiografica del 12 aprile 1842 al Padre Dufriche-Desgenettes, così descrive se stesso: «Amavo solo i piaceri; gli affari mi impazientivano e l’aria degli uffici mi soffocava: pensavo che nel mondo si vivesse solo per godere... Non sognavo che feste e piaceri e ad essi mi abbandonavo con passione... Ero un ebreo solo di nome, poiché non credevo nemmeno in Dio! Non aprii mai un libro di religione, e, nella casa di mio zio, come presso i miei fratelli e sorelle, non si praticava la minima Prescrizione del giudaismo».
In mezzo a questa povertà spirituale, Alfonso ha due richiami a valori più nobili e degni di essere vissuti. Il primo è la conversione al cattolicesimo (1827) del fratello maggiore Teodoro, più anziano di lui di 12 anni, che diventerà Sacerdote e fondatore della Congregazione di Nostra Signora di Sion in Gerusalemme; il secondo è il fidanzamento (1841) con la nipote Flora, di appena sedici anni, figlia del fratello Adolfo.
La conversione del fratello Teodoro ha suscitato la reazione ostile di tutta la famiglia, come se avesse tradito il suo popolo. Alfonso dal canto suo rompe ogni relazione con lui e, quando Teodoro partendo saluta i familiari, assicurandoli che avrebbe pregato per tutti loro, Alfonso ride sarcasticamente.
Flora Ratisbonne, bella ed intelligente, minore di 11 anni rispetto ad Alfonso, è troppo giovane ed ancora in età minorile. Gli anziani della famiglia decidono di prendere tempo e di allontanare Alfonso da Strasburgo, con un lungo viaggio turistico, dovunque gli sia gradito. Egli decide per l’Oriente, attraverso la Costa Azzurra, l’Italia, Malta e l’Egeo, e Costantinopoli come meta finale. Flora, preoccupata per la sua salute e più per la sua fede ebraica, gli fa giurare di non visitare Roma perché vi perversa la malaria, e perché il centro della cattolicità è un pericolo di perversione.
Invece, per un insieme di contrattempi imprevisti e coincidenze non volute, Alfonso da Napoli giunge a Roma dove, per un semplice atto di cortesia verso il Barone Teodoro de Bussière, amico del fratello, accetta di portare al collo la Medaglia Miracolosa e di recitare la preghiera di S. Bernardo Ricordati piissima Vergine.
La Madonna lo attende nella Chiesa di S. Andrea delle Fratte il giovedì 20 gennaio, lo abbaglia e lo converte come S. Paolo sulla via di Damasco.
                                                                       Don Mario Morra SDB

Ein Kerem, Nostra Signora di Sion, tomba di Alphonse Marie Ratisbonne


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lunedì 20 giugno 2011

Storia dell'Ordine ospedaliero Fatebenefratelli di S. Giovanni di Dio






Storia


L'Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Dio (in latino Ordo Hospitalarius Sancti Ioannis de Deo) è un istituto di vita consacrata cattolico: i frati di questo ordine mendicante, detti popolarmente Fatebenefratelli, pospongono al loro nome le sigle O.H. o F.B.F.
Il nome Fatebenefratelli nasce dall'abitudine del fondatore e dei primi compagni di invitare i benefattori a collaborare economicamente alle opere di carità dell'ordine dicendo: «Fate del bene a voi stessi, fratelli, per amore di Dio».


I Fatebenefratelli nascono nella prima metà del XVI secolo ad opera di san Giovanni di Diolaico spagnolo che si dedicò alla cura dei malati, dei poveri e delle prostitute.
Sino alla morte di Giovanni, i suoi discepoli avevano formato gruppi privi di una vera e propria organizzazione. Solo a partire dal 1572 divennero una comunità religiosa vera e propria. Fecero propria la Regola di sant'Agostino e professarono i voti di povertà, castità ed obbedienza, nonché un quarto voto di assistere gli infermi.
Il merito di aver avviato la diffusione dei Fatebenefratelli fuori dalla Spagna fu di fra Pietro Soriano, che nel 1571 ne aveva guidato un piccolo gruppo nella battaglia di Lepanto, organizzandovi l'assistenza infermieristica sulle galee. Verso il 1572 egli aprì un ospedale a Napoli, da dove aprì una seconda fondazione a Roma, nel 1581. Nel 1584 fondò un terzo ospedale, a Perugia, e nel 1586 altri due, a Tarquinia ed a Palermo.
Col Breve Etsi pro debito, nel 1586papa Sisto V, concesse ai Fatebenefratelli l'elevazione ad ordine religioso. Tale inquadramento comportò una nuova organizzazione gerarchica, in base alla quale le comunità, ciascuna guidata da un priore, venivano raggruppate in Province religiose, con a capo dei Superiori provinciali che dipendevano da un Superiore generale con sede a Roma. Primo Superiore generale fu padre Soriano.
Grazie alla struttura centralistica, non legata alle divisioni politico-statali, i Fatebenefratelli poterono programmare con piena autonomia la loro diffusione non solo nelle altre nazioni cattoliche dell'Europa, ma anche nelle cosiddette "terre di missione", soprattutto in America Latina ed Asia, poi più di recente anche in Africa e in Australia.
Durante i primi tre secoli, però, le ingerenze statali e le varie rivoluzioni civili non permisero ai Fatebenefratelli di convocare un vero e proprio Capitolo Generale dell'ordine, che si poté svolgere solo nel 1887.

Oggi

I Fatebenefratelli si dedicano all'assistenza ai malati e ai bisognosi. La Chiesa li ha riconosciuti come ordine mendicante, cioè come ordine che non vive la clausura monastica o il ritiro proprio dei Canonici regolari.
Oltre ai Confratelli, laici consacrati e sacerdoti, l'ordine ha nei propri centri di accoglienza anche 45.000 collaboratori lavoratori e oltre 8.000 volontari.
Oltre alle cure, alla riabilitazione, all’accompagnamento per i malati o per gli emarginati, compito dell'ordine è anche quello di promuovere l’evangelizzazione, seppur partendo dall'accoglienza e non dalla predicazione.
Al 31 dicembre 2009, l'ordine contava 218 conventi e 1.204 frati, 136 dei quali sacerdoti.

Organizzazione in Italia

In Italia le comunità sono 22. A Roma è presente la Curia Generalizia in Via della Nocetta dove risiede il Generale. Dipendono dalla curia l'ospedale dell' Isola Tiberina, la Farmacia Vaticana ed il Centro Studi Internazionali di via della Nocetta, le restanti 21 fanno capo, per il nord alla provincia Lombardo-Veneta e per ilcentro-sud alla Provincia Romana. Inoltre fanno parte delle due provincie le case delle Filippine della Provincia Romana e dell'Africa ed Israele per la Provincia Lombardo-Veneta.


Fonte tratta da www.wikipedia.org

San Giovanni di Dio


venerdì 27 maggio 2011

Il Papa con i Vescovi per l'Italia
Sotto il manto della Vergine   









“L’Italia può essere orgogliosa della presenza e dell’azione della Chiesa”. Con queste parole Benedetto XVI è intervenuto nella Basilica di S. Maria Maggiore giovedì 26, dove  l’Assemblea Generale della CEI ha vissuto il suo momento più alto. “L’occasione di questo incontro di preghiera mariana è impreziosito dalla ricorrenza del 150° anniversario dell’Unità d’Italia – ha detto il Cardinale Presidente, salutando il Santo Padre – e spinge tutti ad elevare a Dio un inno di ringraziamento per l’epilogo di un cammino che ha condotto il nostro Paese all’attuale configurazione, dopo una lunga stagione di incubazione culturale e sociale, dove l’elemento del cattolicesimo ha avuto obiettivamente un ruolo preponderante”.
E ha aggiunto: “Vogliamo di nuovo attingere alle sorgenti della fede cristiana ed avviare una nuova stagione di impegno educativo, consapevoli che solo così si costruisce su solide basi il futuro della nostra amata Patria.

sabato 21 maggio 2011

Libro consigliato

Un cattolico risponde a un evangelico


Un cattolico risponde a un evangelico

Si tratta di comprendere bene la verità circa gli evangelici e i cattolici, base fondamentale prima di intraprendere un dialogo onesto di riavvicinamento a livello dottrinale tra le due parti. (C. Colonna S.J.)

giovedì 12 maggio 2011

Ricordando D.Wilkerson (www.livegospel.org)


               In memoria dell Pastore David Wilkerson

                 David Wilkerson è andato con il Signore Gesù.
                                          
       
                                  
   David Wilkerson fondatore del World Challenge Inc. Texas
Il Pastore David Wilkerson, è morto sul colpo, nel pomeriggio di ieri, mercoledì 27 aprile 2011,  in un uno scontro frontale.  Mentre era alla guida della sua macchina in Texas, a 150 km da Dallas, la sua auto urtava violentemente contro  un autoarticolato che transitava in quel momento nella direzione opposta.
 Nell'incidente è rimasta ferita anche la moglie di Wilkerson, Gwendolyn, subito soccorsa e al momento dichiarata fuori pericolo. Ne da notizia la Times Square Church, che ha anche annunciato in uno scarno comunicatoche i funerali saranno  trasmessi in diretta streaming tramite il sito online della chiesa stessa.   
David Wilkerson, che avrebbe compito 80 anni il prossimo 19 maggio,  era il pastore anziano, e fondatore della fondatore della Times Square Church di New York, una chiesa evangelica inter-denominazionale,  e autore di numerosi libri. Il più famoso, ‘La Croce e il Pugnale’, a cui si è anche ispirato un film, che racconta la storia dell’inizio negli anni 50, del ministero di Wilkerson tra giovani della bande di New York, dal quale ha poi avuto origine il “Teen Challenge”, un ministero per il recupero dei tossicodipendenti, con succursali in tutto il mondo, compresa l’Italia.
Con David Wilkerson scompare uno dei servitori di Dio più stimati e apprezzati tra le chiese evangeliche di tutto il mondo, con oltre mille centri dedicati al recupero e alla prevenzione delle dipendenze.
Wilkerson era apprezzato a livello internazionale anche per le sue predicazioni e il loro messaggio di grande impatto: se negli ultimi anni aveva diradato i viaggi, i suoi sermoni - diffusi e tradotti in tutto il mondo attraverso il servizio Pulpit Series Newsletter - restavano un punto di riferimento per la loro chiarezza e la loro capacità di motivare i cristiani a una vita di fede più profonda, lontana dalle mode dottrinali e dalle scorciatoie spirituali proliferate negli ultimi anni.
 Nel corso del suo impegno pastorale, David Wilkerson aveva visitato diverse volte anche l'Italia, ed è ancora viva nella memoria la campagna del 2002, quando riempì i palasport delle principali città italiane di credenti e non, sfidandoli con un messaggio di profonda integrità spirituale.

Vogliamo tenere nel nostro cuore cari gli insegnamenti e le esortazioni che il Signor Gesù ci donava attraverso quest’uomo di Dio andato in gloria ,e lo vogliamo fare ricordando assieme a tutti voi alcuni momenti rilevanti della sua vita e con dei filmati delle sue esortazioni e prediche, poiché esse hanno coinvolto il Mondo intero a perseverare nel buon combattimento e nella fede mantenendo alto il buon nome del Signor Gesù.